Andreina De Tomassi, il VenerdÏ di Repubblica 21/05/1999, 21 maggio 1999
Dal nord Europa è arrivato in Italia il branding, tatuaggio che si ottiene con un marchio rovente premuto sulla pelle per sei secondi: «Si sente un dolore bestiale, feroce, bellissimo
Dal nord Europa è arrivato in Italia il branding, tatuaggio che si ottiene con un marchio rovente premuto sulla pelle per sei secondi: «Si sente un dolore bestiale, feroce, bellissimo. Quando il metallo incandescente arriva sulla pelle, sei pervaso dal terrore, ti schizza l’adrenalina nel cervello, puoi urlare, se vuoi, ma se superi questo scoglio, subito dopo, ti arriva una doccia di endorfine, il dolore scende, si trasforma in un piacere strano, quasi euforico» (Patrizio, del Centro sociale Prenestino di Roma). Francesca Alfano Miglietti, docente all’Università di Bologna: «I ragazzi si bruciano, si tagliano, per dire, per dirci: ”Soffro, quindi esisto” [...] dagli anni Sessanta, ma ora è al culmine, che si porta in scena la poesia del dolore. Oggi l’artista mette a repentaglio il suo corpo, che è la sua opera d’arte terminale. La Orlan vende brandelli della sua pelle, come piccole reliquie, la Moral rischia grosso quando entra nuda in un bagno turco maschile di Istanbul, o dialoga coi morti all’obitorio. I performer si tagliano, si appendono a dei ganci, si marchiano a fuoco. Proprio come succede, ad alcuni, nella vita reale».