Giovanni Maria Bellu, la Repubblica 17/05/1999, 17 maggio 1999
Sempre più numerose le persone che, assediate da inquinamento e profumi artificiali, cercano di riscoprire aromi in via di estinzione
Sempre più numerose le persone che, assediate da inquinamento e profumi artificiali, cercano di riscoprire aromi in via di estinzione. In Italia lavorano con l’olfatto centomila sommelier, assaggiatori, consulenti profumieri. Gianni De Martino, autore di Odori, lunga elegia dell’olfatto, conserva nel soggiorno della sua casa di Milano una olfattoteca di odori fondamentali e perduti. Per Rousseau l’olfatto era il senso dell’immaginazione; Nietzsche in Ecce homo sosteneva che tutto il suo genio risiedeva nel naso. L’olfatto, rispetto alla vista e all’udito, ha maggiori connessioni con il sistema limbico e l’ipotalamo, le zone del cervello che controllano l’emotività, quindi agisce sui nostri istinti in modo subdolo, sfuggendo al controllo della razionalità. Fulco Pratesi, presidente del Wwf-Italia: «La nostra società non solo ignora ma uccide gli odori. Siamo schiavi di un senso di igiene imposto dalle industrie chimiche. Dobbiamo creare le trincee della resistenza olfattiva. E cioè oasi di profumi, giardini degli aromi, percorsi didattici per rieducarci a sentire gli odori della natura».