Carlo Bastasin, La Stampa 27/05/1999, 27 maggio 1999
Il maggior dubbio che aveva accompagnato la nascita dell’euro riguardava la possibilità di avere un unico tasso d’interesse per undici economie diverse tra loro
Il maggior dubbio che aveva accompagnato la nascita dell’euro riguardava la possibilità di avere un unico tasso d’interesse per undici economie diverse tra loro. «Prima o poi, si diceva, le economie di tutti i Paesi avrebbero finito per convergere e allora non ci sarebbero stati più problemi. Nel frattempo era questione di trattenere il respiro. Ma cinque mesi sono un periodo lungo per stare in apnea e breve per modificare in profondità le economie. Il risultato è che l’euro si è subito trovato in debito di ossigeno. I Paesi critici per la loro divergenza sono Italia e Germania. Insieme rappresentano oltre la metà del Pil di Eurolandia e la debolezza della loro crescita non è di natura solo congiunturale, ma anche strutturale: sono le due economie più cariche di rigidità, con mercati regolamentati e con bilanci pubblici (appena sotto i limiti posti dal patto di stabilità) che non consentono di mobilitare risorse per stimolare l’economia. Su Germania e Italia, inoltre, grava il sospetto di non essere politicamente in grado di attuare quelle riforme strutturali che riducendo le spese correnti liberino risorse per gli investimenti e rilancino la crescita».