Marco De Martino e Renzo Rosati, Panorama 17/06/1999, 17 giugno 1999
Riforme. Per il premio Nobel Gary Becker le più urgenti sono tre: «Prima di tutto il mercato del lavoro
Riforme. Per il premio Nobel Gary Becker le più urgenti sono tre: «Prima di tutto il mercato del lavoro. Il costo del lavoro è ancora troppo alto in tutta Europa. Poi bisogna favorire la mobilità dei lavoratori nel mercato comune, specialmente tra aree sviluppate e depresse. Penso alla difficoltà a trasferire lavoro dal Nord al Sud d’Italia o tra ex Germania Ovest ed ex Germania Est. Infine, bisogna rendere più facile assumere e licenziare i lavoratori, semplificando le leggi sul lavoro e riducendo le pressioni sindacali». per questi fattori che l’euro ha avuto un debutto tanto incerto? «La debolezza è il riflesso diretto della difficoltà delle economie europee, specialmente da quando è stata introdotta la nuova valuta. Dall’inizio dell’anno la produzione industriale in area euro è diminuita dello 0,2 per cento; negli Stati Uniti è aumentata del 6,1 per cento. L’unico paese europeo che dà segni inequivocabili di crescita è la Francia: Italia e Germania rallentano. Nessuno di questi paesi ha avviato riforme strutturali del mercato del lavoro. Dove questo è successo i risultati si vedono: in Francia, o in Olanda, che ha ridotto il tasso di disoccupazione attraverso l’incentivazione del part-time». L’euro soffre anche di un problema italiano? «Sì, perché il vostro tasso di disoccupazione è ancora troppo alto. Ma la questione italiana impallidisce di fronte alla gravità del problema tedesco. Nonostante sia la più potente economia europea, la Germania deve ancora riformare il suo mercato del lavoro [...] La verità è che la moneta unica non ha cambiato di un filo i problemi delle economie nazionali».