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 1999  giugno 24 Giovedì calendario

Verrebbe voglia di dire: «Laissez faire, laissez doper». Ma sì, perché intorno a questo pasticciaccio brutto del doping, di Pantani e della Guariniello’s list, gira più ipocrisia che eritropoietina [

Verrebbe voglia di dire: «Laissez faire, laissez doper». Ma sì, perché intorno a questo pasticciaccio brutto del doping, di Pantani e della Guariniello’s list, gira più ipocrisia che eritropoietina [...] La pericolosissima soglia di 50 di ematocrito che ha inchiodato il Pirata è considerata in realtà normale da autorevoli medici e professori, oltre che da moltissimi laboratori di analisi del sangue. E allora? Chi ha ragione? Correva più rischi la salute di Pantani o la credibilità delle campagne antidoping? E come mai tanta severità solo nel ciclismo? Che dire dei 200 calciatori che, secondo il procuratore di Torino Raffaele Guariniello, inviavano la richiesta per assumere farmaci soltanto dopo essere stati estratti per il controllo? [...] Una cosa però è già chiara. [...] evidente che la teoria del ”rischio per la salute” fa acqua da tutte le parti. Dice: Pantani l’abbiamo fermato perché, poverino, in quell’ultima tappa rischiava di stare male. Ma come? Lo pagano miliardi, è maggiorenne da un pezzo, è il suo mestiere, saprà quello che fa, o no? E allora i piloti di formula uno? Dovremmo fermarli tutti, perché quanto a rischi per la salute non sono secondi a nessuno? I calciatori? Ce ne fosse uno che non si è mai rotto una gamba o un ginocchio. E quelli della discesa libera? Quelli del pugilato? In questa fiera dell’ipocrisia collettiva, tuttavia, almeno un punto fermo ci vuole [...] Primo: non illudiamoci che un atleta ad alto livello possa competere, diciamo così, ”nature”. [...] Nessuno realisticamente si aspetta che i supercampioni del 2000 ingurgitino solo insalatina dell’orto o biscotti della nonna. Ma (seconda considerazione) questi campioni devono sapere [...] che oggi più che in passato rappresentano dei modelli di comportamento. Le folle di ”matti” che ogni domenica si strizzano in microtutine e si mettono a pedalare in giro per l’Italia hanno come riferimento più Pantani di Prodi. E non c’è retorica nel pensare che le centinaia di migliaia di giovani che si dedicano allo sport agonistico dovrebbero credere più nelle proprie forze che non in quelle della creatina. [...] Ecco perché, anche se verrebbe voglia di dire «laissez doper», nessuno può permettersi di farlo davvero.