Luca Fraioli, Panorama 01/07/1999, 1 luglio 1999
Piero Micossi, direttore della scuola di management sanitario al Politecnico di Milano. «Tra il 1992 e il 1993, nel pieno della crisi finanziaria italiana, si intervenne su enti locali, sanità e previdenza per ridurre le spese
Piero Micossi, direttore della scuola di management sanitario al Politecnico di Milano. «Tra il 1992 e il 1993, nel pieno della crisi finanziaria italiana, si intervenne su enti locali, sanità e previdenza per ridurre le spese. Si adottarono misure di contenimento che non volevano essere solo taglio dei costi. Fu introdotto anche in sanità il principio che le prestazioni dovessero essere pagate in base al contenuto. Si cercò di introdurre anche il principio del vincolo di bilancio e dell’aziendalizzazione. Anche le aziende erogatrici di servizi sanitari sono tenute ad avere un bilancio in pareggio. Questa riforma però si è rovesciata su un sistema con più di 600 mila dipendenti. Nessuno si era preoccupato di sapere come sarebbe stato gestito l’impatto. La competizione ha messo in grande difficoltà le aziende pubbliche e soprattutto il servizio pubblico non aveva predisposto alcuno degli ammortizzatori sociali necessari in una grande operazione di ristrutturazione di un sistema sociale. stato il classico boomerang dell’apparato pubblico che reagisce alla minaccia dell’esposizione a un regime di competizione senza sapere cosa fare del personale in esubero. La stessa bomba è scoppiata nelle ferrovie, nelle banche, nelle poste e nella sanità».