Umberto Galimberti, la Repubblica 23/06/1999, 23 giugno 1999
«Là dove il sapere diventa lo scopo, e il profitto il metro per misurarlo la scuola fallisce, perché livella, quando non mortifica, soggettività nascenti, in nome di un presunto saper oggettivo che serve a dare identità più ai professori che agli studenti in affannosa ricerca [
«Là dove il sapere diventa lo scopo, e il profitto il metro per misurarlo la scuola fallisce, perché livella, quando non mortifica, soggettività nascenti, in nome di un presunto saper oggettivo che serve a dare identità più ai professori che agli studenti in affannosa ricerca [...] Diciamolo chiaramente: la vera riforma della scuola non parte dall’esame di maturità che, così com’è combinato, sembra più idoneo a misurare la prontezza dei riflessi degli studenti che il loro livello di formazione. [...] La vera riforma incomincia con la selezione e con la formazione degli insegnanti, affinché il disinteresse emotivo e intellettuale di molti di loro non sia l’unica cosa che si trasmette allo studente».