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 2001  maggio 10 Giovedì calendario

Investimenti di alcuni dei cento vincitori di Peschici, Foggia, che nove mesi fa sbancarono il Superenalotto incassando 63 miliardi e 327 milioni con un sistema da due milioni e 490 mila lire: Fernando De Nittis, proprietario dell’unica ricevitoria del paese, ha acquistato insieme al cognato Mimì Lamargese il più bel villaggio turistico della zona, 40 villini a metà strada fra Peschici e Vieste; i fratelli Gaetano e Carmine Vecera, marmisti, hanno acquistato rispettivamente una Volvo e una Mercedes (costo: 80 milioni); Michele Sicuro, 36 anni, quattro figli, prima della vincita cameriere stagionale, ha acquistato un autolavaggio per duecento milioni; Gianni Tavaglione ha messo su un disco-bar; Domenico Vecera, 30 anni, funzionario comunale, ha investito 140 milioni in una casa e 300 in titoli azionari e obbligazionari che gli rendono il 12 per cento; Giovanni Ranieri, muratore, 54 anni, ha finito di costruire una palazzina e ha regalato un appartamento a ognuno dei 12 figli; Domenico Rinaldi ha pagato i debiti che aveva fatto per mettere su una macelleria

Investimenti di alcuni dei cento vincitori di Peschici, Foggia, che nove mesi fa sbancarono il Superenalotto incassando 63 miliardi e 327 milioni con un sistema da due milioni e 490 mila lire: Fernando De Nittis, proprietario dell’unica ricevitoria del paese, ha acquistato insieme al cognato Mimì Lamargese il più bel villaggio turistico della zona, 40 villini a metà strada fra Peschici e Vieste; i fratelli Gaetano e Carmine Vecera, marmisti, hanno acquistato rispettivamente una Volvo e una Mercedes (costo: 80 milioni); Michele Sicuro, 36 anni, quattro figli, prima della vincita cameriere stagionale, ha acquistato un autolavaggio per duecento milioni; Gianni Tavaglione ha messo su un disco-bar; Domenico Vecera, 30 anni, funzionario comunale, ha investito 140 milioni in una casa e 300 in titoli azionari e obbligazionari che gli rendono il 12 per cento; Giovanni Ranieri, muratore, 54 anni, ha finito di costruire una palazzina e ha regalato un appartamento a ognuno dei 12 figli; Domenico Rinaldi ha pagato i debiti che aveva fatto per mettere su una macelleria. Venti milioni sono stati destinati a una bambina di Lecce che doveva operarsi al cuore. Della proposta di comprare un’ambulanza non si è fatto più niente.