Ottavio Rossani, Corriere della Sera 29/07/1999; Marco Patucchi, la Repubblica 29/07/1999, 29 luglio 1999
Sempre più numerosi gli appassionati di canyoning, sport estremo che consiste nel lasciarsi calare imbracati lungo le pareti dei canyon per poi risalirle e con l’ausilio di una tavola lasciarsi scivolare lungo le rapide (in Italia si chiama ”torrentismo”)
Sempre più numerosi gli appassionati di canyoning, sport estremo che consiste nel lasciarsi calare imbracati lungo le pareti dei canyon per poi risalirle e con l’ausilio di una tavola lasciarsi scivolare lungo le rapide (in Italia si chiama ”torrentismo”). Heather, americana, 23 anni, sopravvissuta alla sciagura di Interlaken di martedì scorso (ventuno appassionati di canyoning sono morti mentre scendevano tra le gole del Saxet-Bach, un affluente del fiume Lutschine che si getta nel lago di Brienz): « un orgasmo. Scivolare su sassi levigati è come trovarsi in un tunnel liquido. eccitante. Sì, all’inizio ho avuto paura, ma alla fine avrei desiderato pure una prova più difficile». Annamaria Pinotti, esperta di questo torrentismo: «Siccome il questo sport è tutto sommato un’attività facile, perché a percorrere una forra accompagnati non ci vuole niente, la gente che è scesa una volta con una guida crede di poterlo rifare da sola. Bisogna rendersi conto che rimanere bloccati sotto una cascata può diventare fatale: l’acqua polverizzata impedisce di respirareª