Alessandra Barberis il manifesto 29/07/1999, 29 luglio 1999
In Europa, dove si produce troppo latte, si coltivano cereali per nutrire le mucche che ne bruciano una parte per sopravvivere e impiegano il resto per fare latte
In Europa, dove si produce troppo latte, si coltivano cereali per nutrire le mucche che ne bruciano una parte per sopravvivere e impiegano il resto per fare latte. Negli allevamenti industriali, infatti, le mucche non mangiano paglia e fieno ma mangimi a base di cereali, soja e sottoprodotti vari, e insilati ottenuti con la fermentazione lattica di alcuni vegetali. Solo le mucche che d’estate sono trasferite in alpeggio hanno il privilegio di pascolare. L’inseminazione è artificiale, le gravidanze si susseguono una dietro l’altra, la mungitura è continua. Il latte materno non viene sprecato per i vitellini (nutriti con latte in polvere di seconda scelta), i maschi vanno al macello dopo pochi mesi (non essendo animali da carne, non conviene ingrassarli). Alessandra Barberis: «I cereali e gli altri mangimi prendono forma di latte o carne, con notevoli dispersioni di energia lungo il percorso: se gli stessi cereali fossero usati per nutrire direttamente le persone, la loro resa sarebbe molto più elevata. Paradossale, perché sul piano qualitativo c’è differenza tra mangiare cereali o bere un bicchiere di latte».