Internazionale 23/07/1999, 23 luglio 1999
Un manager russo: «In Russia nessuno lavora per denaro. Si lavora perché si tratta di un’attività interessante, in nome di un’idea, per circondarsi di colleghi simpatici, insomma per amore
Un manager russo: «In Russia nessuno lavora per denaro. Si lavora perché si tratta di un’attività interessante, in nome di un’idea, per circondarsi di colleghi simpatici, insomma per amore. Ma là dove c’è amore, ci sono gelosie, invidie, tradimenti, intrighi... Se si vuole che qualcuno svolga il suo compito in maniera coscienziosa, bisogna lasciarsi coinvolgere in una relazione personale. In una storia d’amore con questa persona. Altrimenti potrà accadere persino che la segretaria dimentichi di inviare i fax. Se uno ha dieci dipendenti, questo significa mettere in piedi dieci storie. massacrante. E sarà la stessa cosa se uno assumerà un’undicesima o una dodicesima persona. Tutti quelli da cui si pretende un lavoro si aspettano prima di tutto dei sentimenti, e se non si è in grado di offrirglieli, si sentono feriti. In Russia la disciplina non è concepita come un mezzo per far regnare l’ordine, ma come una forma di crudeltà, una sorta di amore perverso. Se uno dà lavoro a mille persone, è necessariamente disumano» (Marina Koldobskaja, ”Novoe Vremja”).