la Repubblica 30/07/1999, 30 luglio 1999
Il 10 maggio 1929 Luigi Pirandello scrisse al suo editore Enrico Bemporad perché gli corrispondesse con urgenza tutti gli anticipi, per affrontare gli alti costi della sua compagnia teatrale: «Ho ancora da riparare al deficit di seicentomila lire che mi costò nel nostro felicissimo Paese il mantenimento per tre anni d’una compagnia drammatica, a cui tutti i proprietari di teatro, legati in congrega di masnadieri, fecero la più accanita e iniqua delle guerre
Il 10 maggio 1929 Luigi Pirandello scrisse al suo editore Enrico Bemporad perché gli corrispondesse con urgenza tutti gli anticipi, per affrontare gli alti costi della sua compagnia teatrale: «Ho ancora da riparare al deficit di seicentomila lire che mi costò nel nostro felicissimo Paese il mantenimento per tre anni d’una compagnia drammatica, a cui tutti i proprietari di teatro, legati in congrega di masnadieri, fecero la più accanita e iniqua delle guerre. Tutti i miei guadagni non bastano ancora a finir di colmare questo deficit enorme! ben per questo le dicevo che abbiamo tutti le nostre difficoltà e che a volere allentare la corda al collo altrui la stringiamo al nostro a fino a restarne strozzati».