Carlo Bonini, Corriere della Sera 18/08/1999, 18 agosto 1999
Secondo Mimmo Domenico Gargano, l’uomo che il 29 dicembre 1997 prese in ostaggio la filiale 32 della Banca Popolare di Milano del quartiere Corvetto (dice che lo fece per amore) vanno bene «Braccialetti, collari, collane, mettessero quello che vogliono»
Secondo Mimmo Domenico Gargano, l’uomo che il 29 dicembre 1997 prese in ostaggio la filiale 32 della Banca Popolare di Milano del quartiere Corvetto (dice che lo fece per amore) vanno bene «Braccialetti, collari, collane, mettessero quello che vogliono». Allora i ”bracciali” non la spaventano? «E che saranno mai. Non sono mica le stelle gialle che i nazisti mettevano sulla schiena degli ebrei. Sono bracciali». Si obietta che potrebbero invadere la privacy del detenuto. «Ma quale privacy? Con il braccialetto controllano se sono in casa. Non sanno mica se sono al cesso o in stanza da letto. E non sanno neanche quello che sto facendo. Anzi, forse eviterebbero parecchi malintesi». Quali malintesi? «Quelli che finisci per avere con i carabinieri quando, giorno e notte, ti vengono a controllare. A me, per esempio, è successo con un maresciallo di Cassano D’Adda. Era venuto a controllare se ero in casa, ma ero in mutande. Allora mia moglie l’ha fatto aspettare fuori. Si è imbestialito. E io peggio di lui».