Maurizio Crosetti, il VenerdÏ 01/10/1999, 1 ottobre 1999
Nel decreto numero 203 del 22 settembre 1997 il ministero del Tesoro stabilisce materiali e misure dei mobili per arredare i suoi uffici in funzione del grado dei dipendenti
Nel decreto numero 203 del 22 settembre 1997 il ministero del Tesoro stabilisce materiali e misure dei mobili per arredare i suoi uffici in funzione del grado dei dipendenti. Il tavolo del dirigente, 1,80x90, in noce nazionale o palissandro («Junglans regia e Dabergia latifolia»), è provvisto di «mobile di servizio con allungo», portatelefono, cassettiera e «tavolo di smistamento». Il tavolo del «funzionario con qualifica corrispondente alla ex carriera direttiva», 1,60x80, in noce tanganica, costa un quinto di quello del dirigente. La scrivania dell’impiegato di VI-V-IV livello, rivestita di plastica antimacchia con laminato antiriflesso, ha una struttura «metallica con montanti laterali» («tutti i bordi devono essere adeguatamente rifiniti»). Materiali prescritti per il «sediame»: tessuto o velluto per il dirigente (a cui spetta la poltrona con braccioli che ruota a 360 gradi, si alza e si abbassa), «gusci di materiale plastico antiurto» per il funzionario, poliuretano espanso per l’impiegato. «Rapporto tra altezza dello schienale e profondità utile del sedile»: non inferiore a 1,35 per il dirigente, tra 1,35 e 1,20 per il funzionario, tra 1,20 e 1 per l’impiegato. Il regolamento interno della Banca d’Italia prevede la presenza di una pianta nell’ufficio dei dirigenti, all’Italgas gli impiegati lavorano su tavoli regolabili in altezza mentre i dirigenti hanno il piano in noce. Per risparmiare sulle spese di affitto l’ultima Finanziaria prevede riduzioni di spazio: ventisette metri quadrati per ogni impiegato pubblico anziché trenta. Paolo Villaggio, che con Fantozzi esprimeva «la paranoia di chi soffriva la mancanza di questo potere espresso in simboli»: «Non immaginavo che sarebbe diventato tutto vero. Tragicamente, mostruosamente vero. Il burocrate mi ha scavalcato, io facevo più ridere ma lui ha più immaginazione».