Agostino Gramigna, Sette 28/10/1999, 28 ottobre 1999
Di certo non promette miracoli Jerome Caille, francese di Lione e direttore di Adecco Italia, la multinazionale transalpina specializzata nel lavoro temporaneo (di quelle cioè che ”prestano” alle imprese lavoratori per periodi di tempo limitati) che da quando il nostro governo ha spalancato le porte al temporary work (legge Treu del dicembre ’97) sta aprendo filiali a tutto spiano
Di certo non promette miracoli Jerome Caille, francese di Lione e direttore di Adecco Italia, la multinazionale transalpina specializzata nel lavoro temporaneo (di quelle cioè che ”prestano” alle imprese lavoratori per periodi di tempo limitati) che da quando il nostro governo ha spalancato le porte al temporary work (legge Treu del dicembre ’97) sta aprendo filiali a tutto spiano. «Intanto perché è un affare. E poi crediamo che il lavoro in affitto possa combattere la disoccupazione». E come esempio cita la Spagna, un Paese che conosce molto bene per averci lavorato (290 agenzie aperte). «Alla fine degli anni ’80 il governo ha utilizzato questa leva per creare occupazione». Una ricetta che Caille, sposato (due figli), appassionato di atletica e di basket (Adecco sponsorizza l’Olimpia Milano) sta cercando di estendere all’Italia. Risultato? Anche se siamo ancora molto lontani dagli standard europei (in Gran Bretagna si contano seimila società di lavoro temporaneo, in Germania tremila e da noi solo 39), il direttore di Adecco traccia un bilancio positivo. «In poco più di un anno sono state aperte 170 agenzie. Abbiamo cioè fatto in Italia quello che è stato realizzato in 5 anni in Spagna e in 14 in Francia». Quante persone ”affittate” in un giorno? «La parola affitto non mi piace. I nostri sono lavoratori a tutti gli effetti e sono dipendenti di Adecco». Sì, va bene, quanti dipendenti impiegate? «Circa 10 mila». Per una durata di tempo? «Il periodo naturalmente varia. Ma la media è di un mese». Un mese? Pochino per non parlare di situazione precaria... «Niente affatto. Perché noi cerchiamo di trovare subito un’altra collocazione». Spedite il lavoratore in un altro posto? «Esatto. Il nostro percorso è il contrario del contratto a termine che non garantisce nulla, visto che poi la persona ritorna a casa». Perché con voi questo non succede? «La nostra formula è diversa. Adecco assume il lavoratore e lo segue. Gli offre una chance di impiego, anche duratura. Come è successo a me». A lei? «Sì, anch’io sono stato un lavoratore temporaneo, per pagarmi gli studi. E proprio il fatto di aver lavorato in molte aziende mi ha aiutato. E sa perché?» Perché? «Ho arricchito il mio curriculum».