Marina Morpurgo, Diario 10/11/1999, 10 novembre 1999
A Richmond, in Virginia, Stati Uniti, vanno in onda due spot per pubblicizzare il Project Exile, che condanna a cinque anni di prigione tutti i pregiudicati sorpresi con armi: un prigioniero con la barba trascurata che passeggia avanti e indietro in una squallida cella tra il letto e il lavandino e un prigioniero a cui sono serviti, uno dopo l’altro, con ripetizione ossessiva, vassoi metallici sempre con la stessa ripugnante pietanza
A Richmond, in Virginia, Stati Uniti, vanno in onda due spot per pubblicizzare il Project Exile, che condanna a cinque anni di prigione tutti i pregiudicati sorpresi con armi: un prigioniero con la barba trascurata che passeggia avanti e indietro in una squallida cella tra il letto e il lavandino e un prigioniero a cui sono serviti, uno dopo l’altro, con ripetizione ossessiva, vassoi metallici sempre con la stessa ripugnante pietanza. Dopo trenta secondi la scritta su fondo nero: «Ecco come sarà la vostra vita nei prossimi cinque anni, se vi fate beccare con un’arma illegale». Per le strade e sugli autobus sono affissi cartelloni pubblicitari e sono stati distribuiti 15 mila biglietti da visita, che suggeriscono ai delinquenti armati di liberarsi al più presto di fucili e coltelli (depositabili senza conseguenze penali presso un posto sicuro). Secondo studi ufficiali americani ogni morto ammazzato costa alla società 42 milioni di lire di spese giudiziarie e 365 milioni per la perdita della sua capacità produttiva.