Roberta Ruscica, Sette n.48/99, 14 maggio 2001
Secondo le rivelazioni di un pentito, il boss mafioso Bernardo Provenzano avrebbe rinnegato la tradizione di Cosa nostra di firmare i suoi delitti per non attirare le indagini della polizia: invece di eseguire stragi, sequestri, incaprettamenti, omicidi a mezzo di lupara, i sicari devono simulare suicidi e incidenti stradali
Secondo le rivelazioni di un pentito, il boss mafioso Bernardo Provenzano avrebbe rinnegato la tradizione di Cosa nostra di firmare i suoi delitti per non attirare le indagini della polizia: invece di eseguire stragi, sequestri, incaprettamenti, omicidi a mezzo di lupara, i sicari devono simulare suicidi e incidenti stradali. I vertici della mafia sarebbero anche in difficoltà nel reclutamento di uomini d’onore: «Dopo il maxiprocesso i più importanti uomini d’onore sono stati catturati. Questo ha determinato un’emorragia al punto da limitare la scelta degli adepti. In questi ultimi anni è stato applicato il principio della segretazione o meglio della compartimentazione interna. L’aumento della popolazione detenuta, in cui sono finite le più acute intelligenze ed esperienze criminali, ha fatto nascere un rapporto inedito fra l’universo carcerario e l’esterno. I veri boss sono potenti e comandano anche dietro le sbarre» (il procuratore antimafia Guido Lo Forte).