Corriere della Sera, Matteo Parsivale, pag.12, 12/05/2001, 12 maggio 2001
Nato nel 1968, figlio di un operaio di New York e di una casalinga, cattolico, Mc Veigh rinuncia all’università dopo solo sei mesi di studio: "Mi annoio da morire"
Nato nel 1968, figlio di un operaio di New York e di una casalinga, cattolico, Mc Veigh rinuncia all’università dopo solo sei mesi di studio: "Mi annoio da morire". E vista la sua passione per la caccia e per le armi, dopo qualche settimana di lavoro in un’officina che prepara le blindature dei furgoni si arruola nell’esercito. Nel 1990 chiede di partire per il Golfo: "E’ il dovere di ogni patriota". Si rende protagonista di numerose azioni di guerra, viene decorato cinque volte. La sua carriera militare è lanciata, entra nelle forze speciali ma lascia l’addestramento dopo due giorni: "Non mi va più". Sei mesi nella guardia nazionale dello Stato di New York e poi più niente: partecipa a manifestazioni dell’estrema destra anti-governativa e frequenta i miliziani che odiano il governo federale di Washington. Nel ’93 va a Waco, Texas, dove assiste all’assedio dell’FBI alla fattoria dei "davidiani" che costerà la vita ai fondamentalisti della Bibbia seguaci del "profeta" David Koresh. Inveisce contro gli agenti federali, "brutti figli di puttana, bastardi senza spina dorsale". Decide di vendicarsi, di far pagare all’FBI e al governo federale "i soprusi contro i cittadini". La sua t-shirt preferita diventa quella che inneggia all’assassinio di Lincoln: "Questa è la fine che fanno i tiranni", c’è scritto sotto il ritratto del presidente che vinse la guerra civile contro il sud schiavista. Mc Veigh un giorno scrive a sua sorella Jennifer: "Presto succederà qualcosa di grosso. Vedrai".