Carlo Carena su Il Sole-24 Ore del 29/04/01 a pagina III dellíinserto cultura; Viviano Domenici sul Corriere della Sera del 13/05/01 a pagina 25., 29 aprile 2001
Nell’antica Pompei gli inviti a votare per i candidati venivano dipinti sui muri della città durante la notte da squadre di ”scriptores” specializzati
Nell’antica Pompei gli inviti a votare per i candidati venivano dipinti sui muri della città durante la notte da squadre di ”scriptores” specializzati. Si trattava di solito di quattro persone: un imbianchino, che dipingeva di bianco la parte di muro su cui andava l’iscrizione; il lanternaio, che faceva luce durante l’operazione; l’assistente, che portava tutto l’occorrente; il pittore, che scriveva gli slogan con una tinta rossa o nera e in caratteri alti una trentina di centimetri e spesso li firmava. Gli ”scrriptores” non venivano incaricati dai candidati ma da privati cittadini o associazioni di categoria che decidevano di appoggiare un candidato piuttosto che un altro. Il testo dell’annuncio dipendeva dalla fantasia del pittore e dalla cifra che il committente era disposto a versare. Tra i più brevi: "Votate Numerio Barca: è un galantuomo"; "Votate Caio Giulio Polibio, come edile: darà il pane buono"; "Venere pompeiana vi sarà propizia se mi voterete". Ma ve n’erano anche di lunghissimi: "Votate Marco Epidio Sabino come magistrato per l’amministrazione della giustizia. E’ una persona degna, capace di difendere la cittadinanza a parere di chi è giudice attendibile, merita che gli sia affidata l’amministrazione pubblica secondo la decisione unanime del Consiglio municipale, in considerazione dei suoi meriti e della sua onestà. Votatelo". Oltre agli slogan a favore, c’erano anche quelli contro i candidati: "La candidatura di Vattia è sostenuta da tutti i vecchi morti di sonno".