Benoit Hopquin, Le Monde, da La Stampa 6/1/2000, 6 gennaio 2000
La marea nera che ha invaso il golfo di Gascogne prima di Natale ha ucciso 25 mila uccelli, per il 90 per cento urie: «Ma gli uccelli continuano a restare sulle acque inquinate, perché ritorneranno a nord solo verso febbraio-marzo
La marea nera che ha invaso il golfo di Gascogne prima di Natale ha ucciso 25 mila uccelli, per il 90 per cento urie: «Ma gli uccelli continuano a restare sulle acque inquinate, perché ritorneranno a nord solo verso febbraio-marzo. I gabbiani tridattili e le sule di Bassan, finora poco colpiti, cominciano solo adesso a installarsi sulla zona inquinata. Se le macchie di petrolio continueranno ad andare alla deriva, il bilancio rischia di farsi più pesante nei prossimi mesi». La cura degli animali vivi è ostacolata dal petrolio che ha irreparabilmente compromesso piume e cuscinetti d’aria: «Nel caso dell’’Erika”, abbiamo notato che anche gli uccelli puliti hanno problemi a galleggiare. Adesso stiamo esaminando se non ci sia della paraffina nella composizione del greggio, che potrebbe alterare l’impermeabilità del piumaggio. Molti uccelli sono arrivati sulle coste spinti dalle cattive condizioni meteorologiche. Abbiamo dovuto ucciderli. L’accanimento non sarebbe servito a niente» (Bernard Cadiou, biologo dell’Università di Rennes, incaricato della missione ambientale ”Bretagne vivante”dalla Società per lo studio e la protezione della Natura in Bretagna).