Michele Smargiassi su la Repubblica del 26/03/01 a pagina 18., 26 marzo 2001
«Il McLibro si riconosce perché somiglia a una scatola di cioccolatini: sotto il cellophane c’è una copertina lucida e colorata, con le scritte d’oro in rilievo
«Il McLibro si riconosce perché somiglia a una scatola di cioccolatini: sotto il cellophane c’è una copertina lucida e colorata, con le scritte d’oro in rilievo. Il McLibro è economico, costa poco più di una rivista, ma ha almeno quattrocento pagine, perché deve dare un’impressione di sostanza; si presenta in squadroni, nelle ”pilette” del tavolo novità delle librerie, perché la quantità esalta il fascino della merce. Il McLibro non è destinato agli scaffali di casa: va comprato e mangiato come un hamburger. Take away della lettura, è nomade per vocazione: viaggia nel bagaglio a mano dei passeggeri d’aereo, negli zainetti degli universitari: non’libro, abita nei non-luoghi: sale d’aspetto delle stazioni, lounge degli aeroporti, carrozze del metro. Fatto per durare quanto un viaggio o una vacanza, è destinato a un solo lettore. Quando il consumo è terminato, il McLibro, con la copertina arricciata e la pessima carta delle pagine gonfia e sgualcita, finisce dimenticato sotto un ombrellone o un sedile di treno. Infine, e soprattutto, il McLibro è uguale in tutto il mondo, ha lo stesso sapore a tutte le latitudini e, sempre più spesso, anche la stessa copertina. E’ multinazionale, ma puoi stare certo che nove volte su dieci è stato scritto in America. Perché il libro l’ha inventato l’europeo Gutenberg, ma il McLibro è per essenza, ideologia, struttura un prodotto made in Usa».