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 2001  maggio 16 Mercoledì calendario

L’assemblea generale della Cei (Conferenza episcopale italiana) ha approvato la traduzione italiana (dal latino) del nuovo «Rito degli esorcismi»

L’assemblea generale della Cei (Conferenza episcopale italiana) ha approvato la traduzione italiana (dal latino) del nuovo «Rito degli esorcismi». Il testo sostituisce il precedente «Rito» risalente al 1614, in piena Controriforma. Le novità: l’esorcista deve valutare attentamente se la persona che ha di fronte è "posseduta" o ha solo problemi psicologici, se necessario consultando uno psichiatra (purché cattolico). E’ proibito ogni esorcismo effettuato su casi di maleficio, fatture, macumbe, vodoo, malocchio e maledizioni. Nel caso di persone non cattoliche, prima di intervenire occorre il parere del vescovo. Quando è possibile, si deve celebrare l’esorcismo con il consenso della persona posseduta. Gabriel Amorth, sacerdote paolino ed esperto esorcista (oltre 50 mila persone esaminate): «Era molto meglio l’altro rituale». «Questo si vede che è fatto da gente che di esorcismi non ne ha mai fatti, né mai visti». «E’ proibito fare esorcismi in caso di maleficio. I casi di maleficio sono oltre il novanta per cento. Poi nell’altro rituale c’era l’interrogatorio al demonio. Se uno è indemoniato, è importante l’interrogatorio. Era specificato quali domande bisogna fare, e quali non bisogna fare. Per esempio tutte le domande di curiosità non vanno fatte, ma solo quelle utili alla liberazione». Esempio: «Come ti chiami, quanti siete, quando siete entrati, come siete entrati. Avete già l’ordine d’uscita?».