Essad Bey (Leo Noussimbaum), Líepopea del petrolio, R. Bemporad & Figlio Editori, Firenze 1937, 18 maggio 2001
«Verso la metà del 1880, degli indigeni industriosi incominciarono a sfruttare il petrolio di loro propria iniziativa
«Verso la metà del 1880, degli indigeni industriosi incominciarono a sfruttare il petrolio di loro propria iniziativa. Come nei tempi dei vecchi Khan si trasportò il petrolio a dorso di cammello attraverso il deserto. A poco a poco si sparse la voce che Baku non doveva più essere considerata solo come un luogo di deportazione. ”Ditemi: - domandò un giorno lo Zar al suo ministro delle finanze Witte - che cosa è propriamente questo petrolio di cui si parla tanto?”. - ”Maestà, - rispose il Ministro - il petrolio è un liquido che emana un orribile odore”. - ”Ah, ah, e di che cosa odora dunque, mio caro Witte?”. - ”Esso sa di oro, Maestà”. Lo zar scosse la testa a tale originalità, ma non dimenticò la parola ”oro”» (dialogo fra lo Zar Alessandro III ed il suo Ministro delle finanze, il conte Sergej Jul’evic Witte).