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 2001  maggio 18 Venerdì calendario

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il feudale signorotto del petrolio, Isa-Bey, si fece edificare un palazzo di tre piani in forma d’un castello di carte da giuoco. Sulla facciata di questo palazzo stava scritto in cubitali lettere d’oro: ”Qui abito io, Isa-Bey di Gandscia”. Esso fu interamente fornito di tutte le raffinatezze dell’architettura moderna, ma, per espresso desiderio del proprietario, non possedeva latrine, perché Isa-Bey si considerava troppo nobile per tollerare nella sua dimora locali tanto indecenti. Le latrine si trovavano nel più appartato angolo del cortile, e di ciò il nobile signore era assai fiero».
Un altro ”barone de petrolio” era il signor Musa-Nagi, un settario persiano, che possiedeva più oro dello Scià di Persia. Egli risolse di edificare una casa di puro oro per sorpassare tutto ciò che esisteva. L’architetto durò fatica a persuaderlo dell’impossibilità di realizzare questo progetto. Infine, Nagi insistette perché almeno tutte le pareti esterne della casa fossero rivestite di spesse lastre d’oro. Quando la casa fu finita, non gli piacque, le stanze erano troppo vaste, l’aria era diversa da quella della sua dimora dove da anni l’aria esterna non penetrava, e l’oro era troppo tentatore per gli scassinatori, i quali in realtà non avevano bisogno di scassinare nulla ma potevano contentarsi di staccare qualche cosa. Con rapida decisione donò la casa ad una Associazione di beneficenza, che non seppe che farne».