Essad Bey (Leo Noussimbaum), Líepopea del petrolio, R. Bemporad & Figlio Editori, Firenze 1937, 18 maggio 2001
«Fuori Baku, vicino alla città, si stende una regione allucinante chiamata la ”Città nera”. Tutte le raffinerie, fabbriche, serbatoi e colline operaie degli addetti al petrolio si trovano là
«Fuori Baku, vicino alla città, si stende una regione allucinante chiamata la ”Città nera”. Tutte le raffinerie, fabbriche, serbatoi e colline operaie degli addetti al petrolio si trovano là. L’atmosfera della città nera è impregnata di petrolio. Il terreno è imbevuto di petrolio. Le case sono nere di petrolio. Tutta la regione stilla petrolio. Essa è appestata e oleosa come senza dubbio nessuna altra regione del mondo. La città è nera e sinistra. Emmanuele Nobel scelse questo angolo per stabilirsi definitivamente. Fece venire da tutte le parti del mondo i giardinieri più esperti e pose loro un problema assolutamente insolubile. Una parte di questo deserto imbevuto di petrolio doveva diventare un giardino sontuoso. I giardinieri si misero al lavoro. Il loro buon successo resta un enigma, ma il fatto è che un bel giorno la regione petrolifera fu rallegrata da un vasto parco dalla vegetazione lussureggiante, ricoperto di erba e attraversato da larghi viali ed alberi. In mezzo a questo parco Nobel fece costruire una piccola casa svedese che portò il fiero nome di ”°Villa Petrolio”. Là abitava, dirigeva la sua impresa mondiale e aspirava i profumi del suo giardino».