Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2001  maggio 18 Venerdì calendario

«All’inizio del secolo le baracche vicino alle fabbriche erano abitate da strani e tenebrosi compagni: Armeni, Georgiani, e Russi

«All’inizio del secolo le baracche vicino alle fabbriche erano abitate da strani e tenebrosi compagni: Armeni, Georgiani, e Russi. durante il giorno rimanevano nascosti, sottratti agli sguardi dei curiosi. Nè la polizia nè i petrolieri sospettavano la loro esistenza. Stavano rintanati in cantine, parlavano poco e usavano macchine da stampa accuratamente dissimulate. Il loro capo si chiamava Demetriachvili. Era un georgiano dalla statura gigantesca e di una energia terribile. Alla notte, coi suoi amici egli lasciava il suo nascondiglio segreto della via Tchadrovaia, entrava nelle case operaie, distribuiva manifesti e pronunciava discorsi sulla felicità futura. Solo gli operai russi prestavano attenzione alle sue parole. Esse del resto non erano destinate che alle orecchie russe. Il gigantesco georgiano Demetriachvili era l’uomo di fiducia di Lenin per la regione di Baku».