Essad Bey (Leo Noussimbaum), Líepopea del petrolio, R. Bemporad & Figlio Editori, Firenze 1937., 18 maggio 2001
«Per tre anni Demetriachvili abitò la cantina di una casa in rovina. Anche oggi le tracce della sua attività a Baku non sono ancora cancellate
«Per tre anni Demetriachvili abitò la cantina di una casa in rovina. Anche oggi le tracce della sua attività a Baku non sono ancora cancellate. Nel 1905 quando scoppiò la prima rivoluzione russa a Baku si scatenarono combattimenti nelle strade; ma mai si verrà a sapere chi ne fu l’istigatore. Il 24 ottobre, piccoli commercianti, contadini, impiegati di ufficio uscirono nelle vie. Armeni e Mussulmani si gettarono su di loro. Risuonarono dei colpi e il sangue colò nelle strade della vecchia città. Ne seguì una confusione senza nome; si sparava dalle cantine dalle finestre dai tetti. La polizia venne mobilitata fino all’ultimo uomo. E lottò contro il popolo insorto, per difendere gli edifici governativi [...]. Mentre la polizia era accorsa nelle principali strade delle città, gli operai russi scesero nei pozzi, li occuparono, cacciarono i dirigenti e decretarono all’unanimità che ormai tutta l’industria petrolifera apparteneva a loro. La propaganda dell’enorme georgiano aveva portato i suoi frutti. Nella città appena uscita dal terrore della guerriglia di strada, sorse una nuova paura: la rivoluzione operaia».