Laura Monfredini , da Il cannibalismo editore xenia 2000, 21 maggio 2001
Andrej Chikatilo, di Rostov sul Don. Nasce nel ’36. Il fratello maggiore è rapito dai contadini e mangiato
Andrej Chikatilo, di Rostov sul Don. Nasce nel ’36. Il fratello maggiore è rapito dai contadini e mangiato. La stessa sorte tocca al cugino. In casa, la mamma ne parla sempre. A 35 anni Andrej si laurea in letteratura russa, insegna ma è costretto a dimettersi perché molesta le studentesse. Cambia istituto. La moglie si fa assumere con lui, come bidella, per tenerlo sotto controllo ma lui affitta in segreto una casetta in periferia. Nel ’78, vi attira la piccola Lena Zakotova. In preda a un’irrefrenabile frenesia sessuale la smembra, calmandosi solo dopo la vista del sangue. L’ispettore Zanasovskij è da anni sulle sue tracce ma non riesce a incastrarlo perché, a causa di una rarissima anomalia genetica, lo sperma rinvenuto nei corpi delle vittime risulta incompatibile con quello prelevato fresco. Accusato di piccoli reati, Andrej trascorre un anno ai lavori forzati. Scontata la pena, torna a uccidere. Nel ’90, cerca di convincere un ragazzo a scendere con lui dal treno. Lo interrogano e si proclama innocente, poi cede a poco a poco confessando prima 36 dei 53 omicidi, infine tutti. Viene giustiziato nel ’94 con un colpo alla nuca.