Michel Roux, liMes 3/1998, 21 maggio 2001
Tra il 1996 e il 1997 ci furono i primi attentati rivendicati dall’esercito di liberazione del Kosovo, fino ad allora ignoto
Tra il 1996 e il 1997 ci furono i primi attentati rivendicati dall’esercito di liberazione del Kosovo, fino ad allora ignoto. Rugova e il suo gruppo finsero in un primo tempo di non conoscerne l’esistenza, suggerendo addirittura che potesse trattarsi dei servizi segreti serbi. Questa posizione diventò insostenibile quando l’Uck intensificò la sua attività: fallita la linea politica ghandiana di Rugova, era giunta l’ora di liberare il Kosovo con le armi. Alla fine del 1997 era chiaro che alcune zone rurali del Kosovo popolate esclusivamente da albanesi erano sotto il controllo dell’Uck. Alla fine del novembre ’97 ci fu il primo scontro aperto che si concluse con il massacro di un’ottantina di persone, metà delle quali appartenenti al clan degli Jashari, sospettati di essere collegati all’Uck. Il 28 febbraio dell’anno scorso forze speciali serbe lanciarono un’offensiva con mezzi pesanti contro numerosi villaggi nella zona di Drenica (centro del Kosovo). Il 9 marzo il gruppo di contatto dette a Milosevic 10 giorni di tempo per ritirare le truppe e intraprendere negoziati.