Pantaleone Sergi su la Repubblica del 14/05/01 a pagina 40., 14 maggio 2001
Nel 410 dopo Cristo, dopo il sacco di Roma, Alarico si mise in viaggio per la Sicilia. Sulla strada che da Cosenza portava ad Amantea, fu colpito da febbre malarica e morì, a soli quarant’anni
Nel 410 dopo Cristo, dopo il sacco di Roma, Alarico si mise in viaggio per la Sicilia. Sulla strada che da Cosenza portava ad Amantea, fu colpito da febbre malarica e morì, a soli quarant’anni. Secondo la leggenda, una moltitudine di schiavi deviò il corso del fiume Busento, scavò la tomba per Alarico e i suoi tesori (venticinque tonnellate d’oro e centocinquanta d’argento) e ripristinò il corso del fiume per nascondere il sepolcro. Francesco e Natale Bosco, archeologi cosentini, affermano oggi di aver trovato il sito in cui fu seppellito Alarico: si tratterebbe di una grotta scavata su una rupe, alla confluenza tra Caronte e Canalicchio, affluenti del Busento. Nella grotta c’è un altare pagano in stile gotico; dall’altra parte del fiumiciattolo è scolpita una grande croce (venti metri per dodici). Il nome stesso del luogo (Rigardi) è di origine gotico-anglosassone, e significa «guardare verso un luogo con devozione e rispetto».