Umberto de Giovannangeli, líUnit 10/04/1999, 10 aprile 1999
Stefano Silvestri, vice presidente dell’Istituto Affari Internazionali. Sul piano strategico-militare coma va inquadrata l’escalation dei bombardamenti Nato? «L’estensione dei bombardamenti alle capacità industriali, energetiche e produttive della Serbia indica una maggiore pressione sulla società civile serba
Stefano Silvestri, vice presidente dell’Istituto Affari Internazionali. Sul piano strategico-militare coma va inquadrata l’escalation dei bombardamenti Nato? «L’estensione dei bombardamenti alle capacità industriali, energetiche e produttive della Serbia indica una maggiore pressione sulla società civile serba. I cittadini soffrono di più le conseguenze del conflitto, sentono più vicina la guerra, si rendono conto che le cose non stanno come appaiono alla televisione o sui giornali controllati dal potere. L’altra novità è una maggiore concentrazione - che crescerà ulteriormente quando entreranno in azione gli elicotteri da combattimento Apache - sulle forze di terra serbe, in particolare quelle impegnate nel sud, in Kosovo e nelle zone limitrofe. Questo non significa, è bene chiarirlo, che con le forze aeree e gli elicotteri si possa distruggere l’esercito di Milosevic, significa invece che si cerca di impedirgli un controllo tranquillo del territorio e la libertà di movimento». [...] Sulla base delle informazioni a disposizione è possibile prevedere la durata del conflitto e la sua possibile evoluzione? «Se l’efficacia dei bombardamenti aerei è quella dichiarata e se le operazioni potranno continuare con questa intensità - e ciò dipende da diversi fattori: dalle condizioni atmosferiche alla tenuta politica dell’Alleanza - allora è possibile che la Serbia non abbia più di 20 -25 giorni di resistenza. A quel punto si tratterà di vedere se Belgrado tenterà un’ultima disperata mossa o se saremo chiamati a ”raccogliere i cocci”» (Stefano Silvestri a Umberto de Giovannangeli) .