Ulisse, liMes supplemento al 1/99, 22 maggio 2001
Prima dei bombardamenti in Kosovo operavano 1400 osservatori dell’Osce con il compito di vigilare sull’accordo Holbrooke-Milosevic dell’ottobre scorso
Prima dei bombardamenti in Kosovo operavano 1400 osservatori dell’Osce con il compito di vigilare sull’accordo Holbrooke-Milosevic dell’ottobre scorso. Sono stati ritirati a marzo in modo frettoloso e restano dubbi sulla reale volontà americana e inglese di interporsi tra le due parti. Un verificatore italiano che ha partecipato alla missione racconta la sua esperienza : «Sarà difficile trovare nella storia delle missioni internazionali un’impresa altrettanto caotica e tragicamente ambigua. Sulla coscienza di tutti pesa il senso di impotenza e di colpa per un’evacuazione in blocco, senza possibilità di scelte alternative volontarie, che ha lasciato strada libera ai bombardamenti e, ancor peggio, alle ritorsioni violente, ai regolamenti di conti tra bande. [...] L’equazione Osce uguale a Usa, a scapito degli europei e in generale delle altre 53 nazioni che fanno parte dell’organizzazione, è stata facilitata dall’atteggiamento dell’ambasciatore Walker, che per tutto il tempo si è ostinato a viaggiare su una vettura dell’Osce contrassegnata dalla bandiera americana. [...] La situazione sul terreno sembra critica da subito: non si capisce bene da dove si dovrebbe iniziare a lavorare. Quasi tutti i verificatori si avvantaggiano di uno strumento satellitare, il Gps (Geographic positioning system), che serve a fissare le coordinate geografiche della loro posizione sul terreno e quella di caserme, depositi di munizioni, stazioni di polizia, tutti possibili obiettivi. Un esperto rivelerà che neanche in Iraq, dove forse la necessità sarebbe stata maggiore, era stato fatto uso di strumenti simili».