La Stampa 12/04/1999, 12 aprile 1999
Massimo Luciani: «Tra l’antica Roma e la Washington di oggi ci sono differenze abissali, e la più evidente è che la prima tendeva all’assorbimento dei vinti non solo nella propria area culturale, ma addirittura nella propria sfera istituzionale, con il progressivo conferimento della cittadinanza a tutti i sudditi dell’impero nel 212 d
Massimo Luciani: «Tra l’antica Roma e la Washington di oggi ci sono differenze abissali, e la più evidente è che la prima tendeva all’assorbimento dei vinti non solo nella propria area culturale, ma addirittura nella propria sfera istituzionale, con il progressivo conferimento della cittadinanza a tutti i sudditi dell’impero nel 212 d. c. Nulla di tutto questo vogliono fare, né possono fare, gli Stati Uniti. La pace assicurata da Roma era una pace interna all’impero, quella che ci può dare Washington è una pace esportata oltre i suoi confini, e questo non basta perché sia stabile e duratura. Non c’è alcun bisogno di essere antiamericani per comprendere che, anche se volesse, Clinton non potrebbe essere non solo il Divo Giulio, ma neppure il nuovo Asburgo. Le ultime vicende della guerra dei Balcani lo confermano. L’intervento militare della Nato, con le forze americane protagoniste, non sembra in grado di garantire la sicurezza e la pacificazione, e se qualche spiraglio di uscita dalla crisi si può aprire è solo grazie all’intervento di qualche altro soggetto, in primo luogo delle Nazioni Unite».