Gianni Corbi, la Repubblica 29/04/1999, 29 aprile 1999
Dopo la guerra la Nato si troverà a dover proteggere i Serbi. «Alla fine di questo conflitto, soprattutto se si prolungherà ancora per qualche settimana o addirittura per mesi, potremmo accorgerci che la Nato, o la Comunità occidentale e i grandi organismi internazionali, dovranno preoccuparsi di proteggere la Federazione Jugoslava dai nemici agguerriti che la circondano
Dopo la guerra la Nato si troverà a dover proteggere i Serbi. «Alla fine di questo conflitto, soprattutto se si prolungherà ancora per qualche settimana o addirittura per mesi, potremmo accorgerci che la Nato, o la Comunità occidentale e i grandi organismi internazionali, dovranno preoccuparsi di proteggere la Federazione Jugoslava dai nemici agguerriti che la circondano. Popoli che son animati da antiche e radicate inimicizie, e che già ora premono alle frontiere della Serbia in attesa della sua completa rovina. Se i bombardamenti continueranno con questi ritmi, tutte le infrastrutture che caratterizzano un paese moderno saranno state distrutte. Il duro Slobodan Milosevic che dice di non temere una guerra totale, ha dovuto ammettere a metà aprile in un’intervista al quotidiano dell’esercito russo ”Stella Rossa” che ”i missili e gli aerei della Nato hanno arrecato alle infrastrutture dell’economia jugoslava un danno superiore ai cento miliardi di dollari”. Da allora altri blitz, ancora più micidiali hanno continuato a cancellare fabbriche, ponti, viadotti, ferrovie, complessi industriali di ogni tipo, facendo regredire la Serbia, dal punto di vista del potenziale economico, ad uno stato preottocentesco e preindustriale. Che cosa succederà quando, una volta finito il conflitto, la Belgrado del dopo Milosevic dovrà fare i conti con le distruzioni subite?».