Roberto Fabiani, LíEspresso 06/05/1999, 6 maggio 1999
pubblicità l’arrivo in Albania di 24 elicotteri anticarro Apache. «Ogni esperto militare sa che in un terreno di quel genere saranno abbattuti come le mosche da qualunque soldato nascosto in una buca
pubblicità l’arrivo in Albania di 24 elicotteri anticarro Apache. «Ogni esperto militare sa che in un terreno di quel genere saranno abbattuti come le mosche da qualunque soldato nascosto in una buca. Sono pubblicità le cartine con le freccette che partono dall’Albania in direzione del Kosovo: l’Albania è tutta una montagna senza strade; impossibile farci la guerra. Poi sono arrivate una serie di batterie dette in termine tecnico Mlrs: sono le vecchie, care Katiusha, razzi che sparano a 20 chilometri e partono a 24 per volta. Però vanno dove dicono loro e non è possibile mirare. Ammesso che riescano a sparare, perché sarà impossibile portarle alla frontiera; sulle strade albanesi non passano. Ed è anche pubblicità l’annuncio dell’embargo petrolifero alla Serbia. La misura fu già attuata nel 1991-95, al tempo della guerra di Bosnia, e originò un contrabbando capillare che si snodava per tutte le viuzze, i fiumetti, i porticcioli attraverso i quali la Serbia venne rifornita da Ungheria, Bulgaria, Macedonia, Grecia. Fu in quell’occasione che il generale Franco Angioni, all’epoca comandante della Forza mobile della Nato, disse ” difficile bloccare un’isola. Figuriamoci un paese che ha cinque frontiere terrestri e un fiume grande come il Danubio”. Quattro anni dopo la situazione è la stessa».