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 1999  maggio 08 Sabato calendario

I combattenti dell’Uck non hanno nessuna intenzione di deporre le armi. Arian Konomi, esperto di geopolitica albanese, inviato nei Balcani di ”LiMes”: «In questi due mesi molte cose sono cambiate

I combattenti dell’Uck non hanno nessuna intenzione di deporre le armi. Arian Konomi, esperto di geopolitica albanese, inviato nei Balcani di ”LiMes”: «In questi due mesi molte cose sono cambiate. Atrocità come massacri e deportazioni prima di Rambouillet non erano ancora stati commessi [...] Nessun albanese ora può pensare di rientrare in Kosovo e restare sotto amministrazione serba». Rugova però sembra favorevole a un accordo con Milosevic. «Ogni accordo firmato esclusivamente da Rugova sarebbe nullo. Non solo: sarebbe la base di altri conflitti, una disgrazia per il Kosovo. Sarebbe come mettere in letargo la questione albanese aspettando che si svegli di nuovo magari tra qualche anno. Rugova è un uomo con cui si può dialogare, ma non ha più alcun potere. Inoltre anche per la Nato scaricare l’Uck sarebbe una marcia indietro dopo averlo legittimato a Rambouillet». E allora come se lo spiega oggi il silenzio occidentale sul ruolo dell’Uck, dopo che a Rambouillet era stato promesso di integrare i guerriglieri in una forza di polizia a base etnica albanese? «Vorrei fare una riflessione, forse un po’ provocatoria: il piano del G-8 è solo un escamotage della comunità internazionale. Gli occidentali sanno che Milosevic non lo firmerà mai, ma hanno voluto mostrare al mondo che loro sono per la trattativa, al contrario di Belgrado. Così fallirà anche questo tentativo, e potranno dire di essere stati messi con le spalle al muro, e la guerra continuerà fino in fondo. Che è esattamente quello che vuole l’Uck».