Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2001  maggio 22 Martedì calendario

L’Olivetti non aveva e non ha nulla da portare in dote alla Telecom. Carlo De Benedetti: «In mancanza di motivazione industriale, un’Opa ha senso quando la preda può essere fatta a pezzi, e dalla vendita separata delle attività si prevede di poter ottenere un prezzo superiore al prezzo pagato per il tutto

L’Olivetti non aveva e non ha nulla da portare in dote alla Telecom. Carlo De Benedetti: «In mancanza di motivazione industriale, un’Opa ha senso quando la preda può essere fatta a pezzi, e dalla vendita separata delle attività si prevede di poter ottenere un prezzo superiore al prezzo pagato per il tutto. Ma questo non è il caso di Telecom. Osservo che nemmeno negli Stati Uniti è mai stato fatto un leveraged buyout, cioè un’acquisizione finanziata con debiti, su una società telefonica. Che poi la Telecom con il suo cash-flow sia in grado di ripagare i debiti fatti da chi la scala, è un altro conto. Per un’azienda di telecomunicazioni, che opera in un mercato dinamico in cui è giusto indebitarsi anche fortemente per crescere, trovarsi nell’impossibilità di crescere per un indebitamento pazzesco contratto da chi ha comprato l’azienda equivale a una castrazione strategica dell’impresa».