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 2001  maggio 22 Martedì calendario

Michele Serra, sempre sabato, sulla ”Repubblica”: «Ad ogni nuovo allarme alimentare la cosa più curiosa, e più incongrua, è la nostra pretesa di padroneggiare, per giunta nell’emergenza, una materia che ci è del tutto o quasi sconosciuta

Michele Serra, sempre sabato, sulla ”Repubblica”: «Ad ogni nuovo allarme alimentare la cosa più curiosa, e più incongrua, è la nostra pretesa di padroneggiare, per giunta nell’emergenza, una materia che ci è del tutto o quasi sconosciuta. Come il velista che pretenda di imparare l’abicì della navigazione proprio transitando per capo Horn, il carrellista si fa improvvisamente occhiuto, prudente e scafato laddove nemmeno un Nobel per la biochimica saprebbe destreggiarsi. Bordeggiando tra gli iperscaffali si cerca sulle confezioni, in un dedalo di stampigliature, avvertenze, ricette-lampo, prezzature e punti-premio, quel marchio d’infamia ”B” (Belgio! Il paese delle tenebre!) che da solo avrebbe il potere, come la stella che Milady portava sul braccio, di svelare il male compiuto. Sappiamo bene che nella nostra precedente prassi, per non dire di quella futura, né gli scampoli di gallina né qualsivoglia prodotto venivano sottoposti a una così spietata pulizia etnica [...]. La catena alimentare è tanto frammentata e sofisticata (in entrambi i sensi) da non potersi fondare che sulla fiducia cieca nel precedente anello: il consumatore spera che l’incellofanatore non si scaccoli durante l’orario di lavoro, l’incellofanatore conta sul fatto che le salme di gallina siano arrivate fino a lui riposando su camion puliti e non frollando in betoniere arroventate, il trasportatore si augura di consegnare cosce tornite dal footing e non dopate dall’allevatore, l’allevatore confida che il suo fornitore di mangimi non ingrassi le granaglie con l’olio usato del suo trattore, il produttore di mangimi confida nell’acquisto di chicchi cresciuti a sole e acqua e non troppo aspesi di pesticidi e altri cancheri».