Stefano Montefiori, Corriere della Sera 05/06/1999, 5 giugno 1999
Il ciclo della diossina. «La Verkest (una piccola fabbrica con cinque operai vicino a Gand) avrebbe immesso olio di motore e fluido di raffreddamento (presente nei trasformatori elettrici) nelle materie grasse che ricavava principalmente dagli scarti delle carcasse degli animali
Il ciclo della diossina. «La Verkest (una piccola fabbrica con cinque operai vicino a Gand) avrebbe immesso olio di motore e fluido di raffreddamento (presente nei trasformatori elettrici) nelle materie grasse che ricavava principalmente dagli scarti delle carcasse degli animali. Con le elevate temperature si sono liberate sostanze tossiche, probabilmente il policlorobifenile, che a sua volta ha prodotto diossina. La Verkest ha poi venduto il suo grasso alle aziende produttrici di farina animale per mangimi (come la De Brabander, la prima a notare qualcosa di strano e ad avvertire gli ispettori del ministero). Queste hanno poi venduto i mangimi contaminati agli allevatori che hanno nutrito con la farina animale i loro animali: polli, maiali, mucche».