Arturo Guatelli, Il Messaggero 07/06/1999, 7 giugno 1999
morta in Europa una civiltà rurale che aveva nella terra il suo riferimento costante. «Con l’apparizione dell’agro-industria e degli agro-dirigenti, la concentrazione produttiva e la ricerca sistematica del valore aggiunto sono diventati i nuovi riferimenti dell’agricoltura, hanno paradossalmente sostituito la terra [
morta in Europa una civiltà rurale che aveva nella terra il suo riferimento costante. «Con l’apparizione dell’agro-industria e degli agro-dirigenti, la concentrazione produttiva e la ricerca sistematica del valore aggiunto sono diventati i nuovi riferimenti dell’agricoltura, hanno paradossalmente sostituito la terra [...] Oggi un produttore avicolo o di uova non è più un imprenditore agricolo e neanche il vero padrone della sua impresa. Quasi sempre è una specie di ricco salariato che lavora agli ordini di un gruppo multinazionale e al quale vengono forniti i pulcini, i mangimi e tutte le attrezzature tecniche necessarie. A sua immagine e somiglianza è il produttore di carne suina nei cui locali, spesso alle porte della città, sono raccolti migliaia di maiali che non vedono mai la luce del giorno fino a quando non vengono macellati per giungere, poco dopo, sulla mensa di chi magari crede alla favola del cibo genuino».