liMes 2/99, 22 maggio 2001
Vitalij Tret’Jacov, giornalista russo direttore di ”Nezavisimaja Gazeta”: «Ormai è chiaro che l’Occidente guidato dagli Usa o per meglio dire da Washington per mezzo della Nato, inebriato da un senso di impunità e di onnipotenza militare, non potrà accontentarsi di nulla di meno della fine della Jugoslavia
Vitalij Tret’Jacov, giornalista russo direttore di ”Nezavisimaja Gazeta”: «Ormai è chiaro che l’Occidente guidato dagli Usa o per meglio dire da Washington per mezzo della Nato, inebriato da un senso di impunità e di onnipotenza militare, non potrà accontentarsi di nulla di meno della fine della Jugoslavia. [...] La Russia in quanto stato e nazione dovrà trarre delle lezioni da quanto accaduto e correggere di conseguenza la sua politica estera e interna. [...] Alla Jugoslavia seguirà qualcosa d’altro. Non è esclusa la regione del Dnestr (in Moldavia), dove sono stanziate truppe russe e in genere vivono cittadini russi. O il Caucaso. Insomma non è escluso che la prossima testa di ponte usata dalla Nato per scatenare l’ennesima guerra «al fine di contrastare una catastrofe umanitaria» possa essere un territorio abitato dai russi o adiacente alla frontiera della Russia. [...] L’Europa non esiste. Esiste un ”governatorato generale dell’Europa” americano amministrato dalla Nato. Dunque che senso ha praticare la diplomazia nello spazio europeo? irragionevole cercare accordi con i vassalli quando tutto viene deciso dal sovrano. [...] La sola scelta che la diplomazia americana lascia al suo partner è quella tra morire o essere a stelle e striscie (ma di seconda classe). Trattative strategiche possono essere intavolate solo con coloro che non sono diventati a stelle e strisce e non intendono farlo. Come la Cina, l’India, il mondo islamico».