Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 1999  giugno 25 Venerdì calendario

Toccare le pensioni, in un paese dove il numero degli ”aventi diritto” ha superato quello dei lavoratori in attività che versano i contributi, è un’operazione politico sociale da far tremare i polsi a chiunque

Toccare le pensioni, in un paese dove il numero degli ”aventi diritto” ha superato quello dei lavoratori in attività che versano i contributi, è un’operazione politico sociale da far tremare i polsi a chiunque. «Tanto più che le potentissime Confederazioni sindacali (in cui i tesserati pensionati sono ormai maggioritari), vi si oppongono. [...] Il taglio delle pensioni è il prezzo da pagare per restare in Europa. [...] Conclamata l’ineludibilità della manovra (peraltro negata, spergiurando, fino alla vigilia delle elezioni europee; peccato non certo veniale per la credibilità del governo), resta da stabilire dove e in che misura calerà la scure. Con abile mossa si cerca di circoscrivere l’area di iniziale intervento: pensioni di anzianità (da elevare subito a 57 anni o con 40 di contributi), lavoratori autonomi (commercianti e artigiani). Trovando qualche disponibilità poiché, in cambio, l’artigiano e il commerciante potrebbero continuare a lavorare pur incassando la pensione. Cosa che d’altronde già avviene , ”in nero”».