Paolo Biondani, Corriere della Sera 29/07/1999; Gnu, Il Giornale 29/07/1999; l.f. la Repubblica 29/07/1999, 29 luglio 1999
Tra gli arrestati della ”banda dei kalashnikov” (assaltarono con armi da guerra un furgone portavalori a Milano), Francesco Gorla (ex terrorista rosso) e la sua fidanzata Francesca Sanvittore, assessore dei verdi al Comune di Cusano Milanino
Tra gli arrestati della ”banda dei kalashnikov” (assaltarono con armi da guerra un furgone portavalori a Milano), Francesco Gorla (ex terrorista rosso) e la sua fidanzata Francesca Sanvittore, assessore dei verdi al Comune di Cusano Milanino. Lei, 37 anni, capelli rossi, miope, appassionata di letture new-age, nega di essere stata complice del rapinatore: «Ci siamo conosciuti per caso in un bar di Milano. Per lungo tempo, non mi sono assolutamente resa conto di chi avevo di fronte: mi aveva detto di chiamarsi Ezio Ieluzzi. La sua vera identità l’ho scoperta per caso guardando le sue carte [...] Gli rinfacciavo di continuo i suoi tradimenti, le sue bugie. Ho tentato più volte di lasciarlo ma non ce l’ho mai fatta». La madre di Rita Sanvittore: «Rita non sapeva niente, altrimenti me l’avrebbe detto e Francesco a casa non sarebbe più entrato. Noi l’abbiamo accolto bene, fin dal primo giorno. Per lui c’era sempre un piatto di minestra calda. Lo trattavamo come uno di famiglia». I due frequentavano una libreria specializzata in spiritualità ed esoterismo dove lei era stata commessa. Il titolare, che conosceva la vera identità del terrorista: «Quando Francesco arrivò qui sembrava molto cambiato. Si era già rasato a zero, e il suo atteggiamento sembrava quello del convertito, quello che voleva rinascere. Era vegetariano in modo molto rigido, e fu quella la prima affinità che trovò con Rita. Poi credo che in lei sia scattata una specia di vocazione messianica, la voglia di recuperarlo».