Roberto Livi, Il Messaggero 01/10/1999; líUnit 01/10/1999, 1 ottobre 1999
L’esplosione del 1986 nella centrale di Cernobyl ha causato la morte di 22.000 persone. A 13 anni da quell’incidente intorno all’impianto si coltivano pomodori, insalatina di campo e patate che i contadini vendono al mercato
L’esplosione del 1986 nella centrale di Cernobyl ha causato la morte di 22.000 persone. A 13 anni da quell’incidente intorno all’impianto si coltivano pomodori, insalatina di campo e patate che i contadini vendono al mercato. Nelle nove centrali nucleari civili in funzione in Russia ci sono stati negli ultimi anni più di trenta incidenti ”seri” (con un numero di morti imprecisato) e circa ottomila guasti ”minori” (oggi dieci milioni di persone vivono in aree contaminate). Solo nella penisola di Kola, nell’estremo nord a pochi chilometri dalla Norvegia, ci sono 50 sottomarini nucleari in disuso ma con reattore ancora ”carico” e 600 milioni di metri cubi di scorie nucleari, tra le quali una discarica a cielo aperto; il lago di Karaciai, vicino alla città ”nucleare” di Celiabinsk-65, è intasato di materiale radioattivo, ecc. Secondo le rivelazioni fatte da due ufficiali di Marina divenuti ecologisti convinti solo la flotta di sottomarini atomici comporta per la Russia di oggi «un rischio equivalente a 100 Cernobyl».