Fabrizio Galimberti, Il Sole-24 Ore 16/10/1999, 16 ottobre 1999
Greenspan constata che dietro la crescita di Wall Street di questi ultimi anni c’è la percezione diffusa di un minor rischio dell’investimento azionario
Greenspan constata che dietro la crescita di Wall Street di questi ultimi anni c’è la percezione diffusa di un minor rischio dell’investimento azionario. Fabrizio Galimberti sul ”Sole-24 Ore” di sabato: «Se il detenere azioni è meno rischioso di quanto si pensava prima, questo fatto porta a imponenti spostamenti di fondi verso il mercato azionario, con conseguente beneficio delle quotazioni. Le domande, a questo punto, sono due: a cosa è dovuta questa percezione di minor rischio? Si tratta di un fenomeno permanente o temporaneo? La risposta alla prima domanda è duplice. Da un lato, il ruolo accresciuto dell’informazione. Il rischio deriva essenzialmente da scarsezza di informazione. Ma la rivoluzione, appunto, informatica, ha moltiplicato la possibilità di sapere ”di tutto di più”. E il miracolo dell’intermediazione finanziaria ha meglio distribuito il rischio, appaiando con grande efficienza domanda e offerta di rischi. La seconda risposta sta nella ”curva di apprendimento” degli investitori: dopo decenni di più alti rendimenti delle azioni rispetto alle obbligazioni, questi hanno appreso la lezione e si sono maggiormente avvicinati alle azioni. Greenspan non confuta queste buone ragioni. Ma si chiede se fra il grano non ci sia anche il loglio; e se l’entusiasmo per gli indubbi progressi strutturali dell’economia americana non abbia fatto correre troppo quei prezzi che sono ”grumi di profitti futuri”. La preoccupazione di Greenspan è certamente legittima».