varie, 23 maggio 2001
Sabato scorso il Tribunale di Palermo, quinta sezione, visto l’art. 530, comma secondo, codice procedura penale, ha assolto Giulio Andreotti (imputato ”per mafia”) perché «il fatto non sussiste»
Sabato scorso il Tribunale di Palermo, quinta sezione, visto l’art. 530, comma secondo, codice procedura penale, ha assolto Giulio Andreotti (imputato ”per mafia”) perché «il fatto non sussiste». La pubblica accusa era sostenuta dai magistrati Guido Lo Forte e Roberto Scarpinato: Lo Forte è considerato la mente, Scarpinato, già segretario del Csm, ha analizzato a fondo gli aspetti sociali di Cosa Nostra. La richiesta di autorizzazione a procedere per Andreotti fu firmata nel ’93 dall’allora procuratore capo Giancarlo Caselli. Il dibattimento iniziò sei anni e mezzo fa, nel marzo 1993, con l’avviso di garanzia ad Andreotti, le indagini partirono per le confessioni di alcuni pentiti. La richiesta di rinvio a giudizio fu accolta il 2 marzo del 1995, il 26 settembre dello stesso anno iniziò il processo. Il 12 dicembre 1996 la rivelazione di Di Maggio sul ”bacio” tra Riina e Andreotti.