il Giornale 23/10/1999, 23 ottobre 1999
Secondo l’accusa del processo di Palermo, tra Andreotti e Cosa Nostra fu stipulato un ”patto di potere” col quale «la mafia avrebbe accresciuto per quasi vent’anni la propria capacità criminale» (per questo ha chiesto 15 anni di carcere)
Secondo l’accusa del processo di Palermo, tra Andreotti e Cosa Nostra fu stipulato un ”patto di potere” col quale «la mafia avrebbe accresciuto per quasi vent’anni la propria capacità criminale» (per questo ha chiesto 15 anni di carcere). In particolare, tra il 1979 ed il 1987 Andreotti si sarebbe recato più volte in Sicilia, in forma riservata, per incontrare i mafiosi. Gli esattori Nino e Ignazio Salvo sarebbero stati i ”polmoni finanziari” della corrente andreottiana (Di Maggio sostiene che il bacio Andreotti-Riina avvenne proprio nell’attico palermitano di Ignazio). Francesco Marino Mannoia dice di aver assistito all’incontro tra Andreotti e Stefano Bontate per discutere del tradimento di Piersanti Mattarella (poi assassinato). Il barman Vito Di Maggio dice di aver visto Andreotti incontrare il boss Nitto Santapaola. Per l’imprenditore Benny D’Agostino il boss Michele Greco avrebbe visto anteprime di film insieme all’ex senatore a vita; il trafficante-falsario Federico Corniglia dice d’averlo visto con Frank Coppola; Marino Mannoia e Angelo Siino parlano di un incontro con i boss in una tenuta di caccia del Messinese. L’accusa sostiene che Andreotti avrebbe fatto pressioni sui giudici della Cassazione per garantire l’impunità ai padrini.