Enzo Biagi, Corriere della Sera 28/10/1999, 28 ottobre 1999
«La vicenda di Craxi uomo di potere si chiude nelle corsie di un ospedale africano [...] Una volta si concesse a una intervistatrice, per una specie di autobiografia [
«La vicenda di Craxi uomo di potere si chiude nelle corsie di un ospedale africano [...] Una volta si concesse a una intervistatrice, per una specie di autobiografia [..;] ”Ero un ragazzino molto difficile, aggressivo e turbolento”, e lo misero in collegio [...] C’era però un sacerdote che lo schiaffeggiava con una certa regolarità [...] ”Tutti quelli che mi hanno picchiato nella vita - ammoniva Bettino - li ricordo benissimo, e ci sarà sempre una maniera di regolare i conti”. [...] Sembrava che per lui il Codice penale fosse, più che altro, una questione di stato d’animo. [...] Pubblicarono una classifica di potenti: al primo posto c’era lui, proprio prima dell’Avvocato. Al terzo [...] Wojtyla. [...] Si adeguarono al nuovo corso imposto da Craxi cattedratici e scrittori, filosofi e divi del microfono, giornalisti televisivi e della carta stampata: tutti hanno bisogno di un padre. Si lamentava il vecchio compagno Giacomo Mancini: ”Non abbiamo più un segretario, ma un capo autoritario col quale è impossibile discutere”».