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 2001  maggio 23 Mercoledì calendario

«Sartre era arrivato a Napoli con un intento ben preciso: lui voleva l’incontro col "reale", con gli umori, gli odori, il chiasso dei vicoli e l’impudicizia delle femmine offerte al forestiero pagante

«Sartre era arrivato a Napoli con un intento ben preciso: lui voleva l’incontro col "reale", con gli umori, gli odori, il chiasso dei vicoli e l’impudicizia delle femmine offerte al forestiero pagante. Trovò quello che cercava, e fu un vero e proprio "spaesamento", quello cui è intitolato il racconto, uno spaesamento inteso come perdita di identità, una vertigine della carne e dei sensi. A suggerirgliela, fu un’avventura consumata in un lupanare nel ventre di Napoli, dove per venti lire poté vivere un’esperienza che gli diede le allucinazioni: in una stanza foderata di specchi, due donne mimarono per lui le posizioni erotiche che avevano reso celebri le maitresses pompeiane, decantate esperte di arti amatorie... nel molle tepore di quella stanza, avviene il prodigio: Sartre sente incrinarsi quella scorza di distacco ed estraneità che fino a quel momento lo aveva lasciato impassibile di fronte a tutto. Uscendo da quella casa, egli si sente libero, "così libero da avvertire una sensazione quasi dolorosa. ’Stavolta ci siamo’, dissi a voce alta. ’Ora sono a Napoli’" ( Gaetano Afeltra).