Gianni Cardinale, liMes 1/2000, 24 maggio 2001
Intanto nella Curia di Giovanni Paolo II la componente italiana è sempre più marginale. «Dei 106 porporati che avrebbero diritto di voto in un’eventuale conclave, solo 17 provengono dalla penisola, appena il 16 per cento, una cifra al minimo storico (almeno in epoca moderna)»
Intanto nella Curia di Giovanni Paolo II la componente italiana è sempre più marginale. «Dei 106 porporati che avrebbero diritto di voto in un’eventuale conclave, solo 17 provengono dalla penisola, appena il 16 per cento, una cifra al minimo storico (almeno in epoca moderna)». Declino degli ”italiani” dentro il Collegio cardinalizio: all’inizio del secolo disponevano del 61 per cento, con Pio XII vanno sotto il 50 per cento, durante il pontificato di Paolo VI scendono sotto la strategica soglia del terzo (permetteva di controllare l’elezione del Papa). «L’egemonia italiana sul papato, già in crisi con la politica cardinalizia internazionalista dei papi dopo la seconda guerra mondiale, ha ricevuto un colpo probabilmente definitivo con il Papa slavo».